domenica 19 marzo 2017

Il godimento non è per schiavi.

Questo post non sarà un vero e proprio racconto, o meglio, lo sarà in parte.
Vi racconterò come IO affronto la sessualità del mio schiavo: castità, orgasmi e via dicendo.

Parto dicendo che, da sadica quale sono, non amo fare avere orgasmi al mio schiavo e, quando proprio è necessario, mi invento ogni volta un modo diverso per non fargli provare così tanto godimento.

Il mio schiavo vive con la cintura di castità praticamente sempre, eccetto casi particolari (es. motivi lavorativi), dove gli è permesso non indossarla.
Mi ha sempre affascinata la castità, riesce veramente a piegare qualsiasi uomo, li rende deboli, vulnerabili…e disposti a tutto.

Come detto prima, non amo far avere orgasmi al mio schiavo ma per ovvi motivi, mi trovo ogni tot mesi (dipende da quanto se lo sia meritato) a dover “provvedere”, non necessariamente io fisicamente.
Sottolineo il fatto che, vivendo insieme, mi diverto ogni giorno a torturarlo e portarlo sempre al limite… Dunque, vi renderete ben conto in che stato arrivi solo dopo qualche giorno di astinenza.

Negli anni ho inventato più e più situazioni per portarlo all’orgasmo ma non farlo praticamente godere.
Non starò a farvi l’elenco delle pratiche che ho adottato… Piuttosto, vi racconto una situazione avvenuta di recente:

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Ero seduta sul divano a guardare la televisione, una normale serata settimanale.
Il mio schiavo, nel frattempo, come gli avevo ordinato poco prima, si stava occupando di sistemare e ripulire la cucina. Era nudo, con la cintura di castità addosso ed un grembiule. Lo guardavo, mentre si muoveva e sul suo culo c’erano ancora i segni delle frustate del weekend precedente.
Ogni volta che si sedeva, faceva una smorfia di dolore che non poteva che riportarmi alla mente il fine settimana appena passato…ma questa è un’altra storia.
Finisce di sistemare e viene verso di me.
Gli faccio segno con un dito di avvicinarsi, lo faccio sedere sul divano. Mi sfilo i pantaloni e mi metto sopra di lui.
Inizio a muovermi e sento la sua erezione premere contro di me. Mi avvicino al suo orecchio e inizio a sussurrare:
<< In questi due mesi ti ho messo a dura prova, non è vero? Lo sai quanto mi piace torturarti e so quanto ti piace ogni volta essere portato al limite. Non ce la fai più, lo sento da quanto le tue palle sono grosse. Non vedi l’ora di venire e penso che sia arrivato il momento di farti godere un po’>>.

<< Oh si, Padrona, la prego. Non ce la faccio più>> mi risponde.

<< Beh, del resto te lo meriti>> gli dico mordendogli delicatamente le labbra.
Sento che mi vuole, vorrebbe baciarmi ed avermi. Mi stringe, il suo respiro si fa sempre più affannoso. La sua erezione è ormai incontenibile e decido così di toglierli la cintura di castità.
Illuso, poverino, credeva di ricevere chissà quale premio. Probabilmente pensava di essere usato quella sera…ma si sbagliava.

Mi alzo e lui << no Padrona, non vada via, la prego. Rimanga qui. Voglio averla vicino, torni qui da me>> mi supplica.

<< Alzati! Non sto andando da nessuna parte. Voglio solo farti avere un buon orgasmo>> dico ridendo.

Dalla sua faccia aveva capito che, come al solito, di godimento ci sarebbe stato ben poco, se non solo l’atto pratico del “venire”.

Prendo un bicchiere e la mia frusta. E’ stranito, non capisce quale sia il mio fine…ma, sfortunatamente per lui, lo capirà subito dopo.
<< Chinati, mettiti a 90. Io non ho nessuna intenzione di toccarti. Masturbati e vieni in questo bicchiere. Non farne cadere nemmeno una goccia o sarà peggio per te!>> gli dico con tono deciso.

<< Si Padrona, come desidera. Perché questo bicchi…>> lo interrompo.
<< Shhh! Fai silenzio lurida troia!>> urlo.
Con il capo chino sussurra un “mi scusi”.

Infilo il mio plug preferito nel suo culo, Mr. Big, mi diverto a chiamarlo. Arrivateci voi a capire il perché.
Dopo di chè, inizio a frustarlo.
<< Masturbati. E vedi di fare una cosa veloce. Non farmi sprecare tempo.>>

Inizia a masturbarsi mentre le mie frustate si fanno sempre più violente. Nel frattempo gli parlo, gli dico quanto sia ridicolo alla sua età masturbarsi come un ragazzino liceale; gli dico quanto poco uomo sia, che non è nient’altro che un verme e che sarà sempre così.

Sento che sta per arrivare all’orgasmo. Smetto di frustarlo e nel momento clou, di massimo godimento, faccio schioccare la mia frusta sul suo culo in modo violentissimo. Urla, è un misto di piacere ma più che altro di dolore. Continuo, sempre più forte, finchè non finisce.

<< Sei proprio una troia. Ti eccita così tanto essere frustato? Ti sei masturbato come una femminuccia. Ora, vieni qui, in ginocchio davanti a me>>.

Dolorante e con il bicchiere in mano si avvicina. Era pieno e, come gli avevo ordinato, non aveva fatto cadere a terra nemmeno una goccia.

<< Guardami negli occhi e BEVI>>.
Mi guarda impietrito, mi supplica. Sa bene, però, che non uscirà da quella situazione senza aver fatto ciò che gli ho ordinato.
E così, con quasi i conati, ingoia tutto.

<<Brava la mia troia>> penso.

Lo guardo e non posso far altro che ridere. Lo guardo e mi rendo conto che non posso fare altro che usare a mio piacimento lui e la sua mente. E la cosa mi piace.


martedì 14 marzo 2017

Happy Birthday...


Qualche giorno addietro è stato il compleanno del mio schiavo. Pertanto ho deciso di raccontarvi e condividere l’esperienza passata insieme al mio schiavo quel giorno.
                                                                                
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Dalle fessure della tapparella entrava un filo di luce che era bastato per farmi svegliare. Apro gli occhi, prendo il telefono e controllo l’ora: 9:30 leggo sul display.
Finalmente il giorno tanto atteso: il compleanno del mio schiavo. Erano giorni ormai che gli organizzavo questa sorpresa ed ero ansiosa che fosse sera.
Decido di alzarmi e sistemarmi.
Nel frattempo mi arriva un sms. E’ lui.                                      
<<Buongiorno Padrona, stamattina quando sono uscito di casa dormiva e non ho voluto svegliarla. Non vedo l’ora che sia stasera per rivederla>>. Mi scrive.
<<Stasera finalmente avrai il tuo regalo di compleanno…fossi in te sarei un po’ preoccupato, del resto, mi conosci>>.
Con questo messaggio sapevo benissimo che gli avrei messo la pulce nell’orecchio e che per tutto il giorno avrebbe pensato a me e si sarebbe immaginato qualsiasi tipo di situazione, avendo anche un po’ di timore.
<<Padrona…Mi fa impazzire quando fa così. Non vedo l’ora di tornare da Lei>>.
Con un sorriso malizioso sulle labbra, poso il telefono e mi preparo.
La giornata passa velocemente, tutto è pronto: poso sul tavolo la mia frusta, il paddle, il plug, lo strap-on ed il suo collare.
Decido di mettere delle candele qua e là, voglio che l’atmosfera sia unica.
Sistemo anche la camera da letto. Metto le sue lenzuola preferite, nere in raso ed anche sui comodini poso delle candele. Anche la cena è pronta.
Finalmente arriva l’ora: indosso il mio nuovo vestito il latex (vedi ultime mie foto pubblicate), stivali tacco 15 fino al ginocchio e l’immancabile rossetto rosso fuoco.

Gli mando un sms. Non voglio che mi rovini la sorpresa e quindi voglio che segua le mie istruzioni alla lettera:
<<Tra poco sarai qui ed io voglio che tu faccia esattamente quello che troverai scritto in questo messaggio. Ti conviene eseguire tutti gli ordini, a meno che non vuoi essere punito anche il giorno del tuo compleanno. Prima di tutto, appena entrerai in casa dovrai spogliarti completamente. Ho lasciato il tuo collare sul tavolo: indossalo. Togliti qualsiasi cosa possa rimandare alla tua condizione da uomo. Quindi togli l’orologio e la collana. Quando avrai fatto tutto ciò, mettiti in ginocchio ed aspettami. Non devi fare altro>>.

<<Si, Padrona, eseguirò tutto alla lettera…” – mi risponde. Perfino da un messaggio riesco a percepire la sua tensione ormai, del resto, come biasimarlo.

La porta si apre, sento il rumore dei vestiti poggiarsi per terra, il collare che striscia sul tavolo…e poi il silenzio. Ciò mi faceva capire che era pronto.

Esco dalla camera da letto: l’ambiente che avevo ricreato era perfetto. Luce soffusa, candele accese e tutti i miei “giocattoli” sul tavolo. Poso gli occhi su di lui, era nudo, in ginocchio con solo il collare come gli avevo chiesto. Mi guarda e per un attimo; gli manca il respiro.
Mi avvicino a lui, poso un tacco sulla sua gamba, con questo movimento il mio vestitino si alza un po’, il giusto per far intravedere il perizoma di pizzo nero che indossavo. Lo prendo per i capelli, mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro: <<Buon compleanno, schiavo. Sarà indimenticabile>>.

La situazione lo porta inevitabilmente ad avere un’erezione ed io me ne accorgo subito.

<<Sei già così tanto eccitato? Non abbiamo ancora iniziato a festeggiare… il meglio deve ancora venire. Presumo allora che per la fine della serata ti scoppieranno le palle. Alzati in piedi e mettiti con la faccia contro al muro>>.

<<Si, Padrona>>. Mi risponde imbarazzato.

Prendo dunque la mia frusta e delicatamente inizio con le prime frustate. Lo scopo della serata non era usare tutti i miei giochini su di lui. Quelli servivano solo per fargli credere che la serata sarebbe stata esattamente così. Giocando, tra me e lui…ma invece…
Dopo qualche frustata bussano alla porta.
Sussulta, lui è nudo, io sono vestita da Mistress e la casa non era assolutamente presentabile ad un vicino o chiunque altro.  Decisa, vado ad aprire e lui cerca di fermarmi, ma non appena lo scanso, dal mio sorriso e dal mio sguardo capisce bene che so cosa sto facendo.

Perché si, la mia sorpresa per lui aveva appena bussato alla porta. Era Jack, un giovane e affascinante uomo, conosciuto tempo prima, il quale provava grande attrazione per me ed io per lui.
Lo faccio accomodare, il mio schiavo è pietrificato. Forse stava iniziando a capire.

<<Servici del vino e poi prepara subito la tavola. Oh, non te l’avevo detto? La cena è per Jack e tu ci farai da servo>>. Gli dico in tono ammiccante.

Mi guarda, non riesce a muovere un passo. Rimane davanti a noi nudo, inerme e senza parole.
<<SUBITO!>> Gli ordino con fermezza.
Solo allora, totalmente inebetito, si muove e va verso la cucina.

La cena si svolge piacevolmente, io e Jack parliamo, scherziamo e la tensione sessuale è incredibile.
Finita la cena, mi dirigo verso il mio schiavo che, conoscendomi, capisce bene la mia eccitazione: <<Non è un compleanno fantastico? Lo so, sono una donna incredibile ma avrai tempo di ringraziarmi più tardi. Adesso io e Jack abbiamo da fare>>.

<<Ma come, Padrona?? Cosa significa che avete da fare? Non avrà intenzione di andarci a letto vero? La supplico, Padrona, non mi faccia questo! Non sono pronto, la prego. Sono disposto a tutto per Lei. La prego!>> Mi dice con un nodo in gola e con un filo di disperazione.

<<Taci, verme che non sei altro! Questa è la riconoscenza per un regalo simile? Non meriti nemmeno un mio piede!>>. Gli dico arrabbiata.

<<Mi scusi, Padrona. Ha ragione, faccia quello che deve. Io sarò sempre qui per Lei>>.

Dopo queste parole mi allontano per un momento e prendo le manette.

<<Mettiti in ginocchio vicino al calorifero e dammi le mani>> gli dico. Lo lego così al calorifero che era posizionato esattamente accanto alla porta della camera da letto.
Jack, eccitato e trattenendosi a stento dal ridere in faccia al mio schiavo, mi raggiunge… e la porta si chiude.
Tra di noi scatta subito una passione travolgente, iniziano baci, ci spogliamo, ci vogliamo.

Penso che è il compleanno del mio schiavo e tutto ciò non è corretto…così lascio la porta socchiusa, così che possa intravederci e sentirci meglio.

Le ore passano tra urla di piacere e di godimento. A fine serata, Jack torna a casa ed io libero il mio schiavo.
È sfinito, per lui vedermi con un altro uomo, per la prima volta, è stato un colpo duro…duro tanto quanto lo era il suo cazzo. Viveva una sorta di contrasto interiore. Era disperato perché la sua Padrona aveva appena fatto sesso con un altro uomo ed allo stesso tempo era eccitato da tanta perfidia. Erano mesi che lo preparavo a questo momento. Ogni volta che accennavo al discorso si eccitava, ma tra la fantasia e la realtà il discorso cambia.

<<Spero che questo regalo di compleanno ti sia piaciuto, adesso, però, devi ripulirmi con quella tua inutile lingua>>.
<<Si Padrona, come desidera>>, dice con un filo di voce, desideroso di poter avere almeno quella, seppur umiliante, forma di contatto con me.

Prendo la sua testa e la metto tra le mie gambe. Mi lecca fino a portarmi ad un orgasmo fortissimo.
Subito dopo mi alzo e vado a farmi una doccia. Nel frattempo lui cambia quelle che una volta, e forse ancora, erano le sue lenzuola preferite.

Torno a letto, lui è nel letto con me. È eccitatissimo ed inizio a stuzzicarlo ancora di più. Lo faccio arrivare all’orgasmo per quasi cinque volte, dopo di che, mi giro dall’altra parte, gli rimetto la sua cintura di castità che quel giorno non portava per motivi lavorativi, e appoggiando il mio culo sul suo uccello ingabbiato gli dico: <<Buon compleanno, Troia>>.