martedì 21 marzo 2017
SCHIAVI, LEGGETE QUI
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domenica 19 marzo 2017
Il godimento non è per schiavi.
Questo post non sarà un vero
e proprio racconto, o meglio, lo sarà in parte.
Vi racconterò come IO
affronto la sessualità del mio schiavo: castità, orgasmi e via dicendo.
Parto dicendo che, da sadica
quale sono, non amo fare avere orgasmi al mio schiavo e, quando proprio è
necessario, mi invento ogni volta un modo diverso per non fargli provare così
tanto godimento.
Il mio schiavo vive con la
cintura di castità praticamente sempre, eccetto casi particolari (es. motivi
lavorativi), dove gli è permesso non indossarla.
Mi ha sempre affascinata la
castità, riesce veramente a piegare qualsiasi uomo, li rende deboli,
vulnerabili…e disposti a tutto.
Come detto prima, non amo far
avere orgasmi al mio schiavo ma per ovvi motivi, mi trovo ogni tot mesi
(dipende da quanto se lo sia meritato) a dover “provvedere”, non
necessariamente io fisicamente.
Sottolineo il fatto che,
vivendo insieme, mi diverto ogni giorno a torturarlo e portarlo sempre al
limite… Dunque, vi renderete ben conto in che stato arrivi solo dopo qualche
giorno di astinenza.
Negli anni ho inventato più e
più situazioni per portarlo all’orgasmo ma non farlo praticamente godere.
Non starò a farvi l’elenco
delle pratiche che ho adottato… Piuttosto, vi racconto una
situazione avvenuta di recente:
-
Ero seduta sul divano a
guardare la televisione, una normale serata settimanale.
Il mio schiavo, nel
frattempo, come gli avevo ordinato poco prima, si stava occupando di sistemare
e ripulire la cucina. Era nudo, con la cintura di castità addosso ed un
grembiule. Lo guardavo, mentre si muoveva e sul suo culo c’erano ancora i segni
delle frustate del weekend precedente.
Ogni volta che si sedeva,
faceva una smorfia di dolore che non poteva che riportarmi alla mente il fine
settimana appena passato…ma questa è un’altra storia.
Finisce di sistemare e viene
verso di me.
Gli faccio segno con un dito
di avvicinarsi, lo faccio sedere sul divano. Mi sfilo i pantaloni e mi metto
sopra di lui.
Inizio a muovermi e sento la
sua erezione premere contro di me. Mi avvicino al suo orecchio e inizio a
sussurrare:
<< In questi due mesi
ti ho messo a dura prova, non è vero? Lo sai quanto mi piace torturarti e so
quanto ti piace ogni volta essere portato al limite. Non ce la fai più, lo sento
da quanto le tue palle sono grosse. Non vedi l’ora di venire e penso che sia
arrivato il momento di farti godere un po’>>.
<< Oh si, Padrona, la
prego. Non ce la faccio più>> mi risponde.
<< Beh, del resto te lo
meriti>> gli dico mordendogli delicatamente le labbra.
Sento che mi vuole, vorrebbe
baciarmi ed avermi. Mi stringe, il suo respiro si fa sempre più affannoso. La
sua erezione è ormai incontenibile e decido così di toglierli la cintura di
castità.
Illuso, poverino, credeva di
ricevere chissà quale premio. Probabilmente pensava di essere usato quella
sera…ma si sbagliava.
Mi alzo e lui << no
Padrona, non vada via, la prego. Rimanga qui. Voglio averla vicino, torni qui
da me>> mi supplica.
<< Alzati! Non sto
andando da nessuna parte. Voglio solo farti avere un buon orgasmo>> dico
ridendo.
Dalla sua faccia aveva capito
che, come al solito, di godimento ci sarebbe stato ben poco, se non solo l’atto
pratico del “venire”.
Prendo un bicchiere e la mia
frusta. E’ stranito, non capisce quale sia il mio fine…ma, sfortunatamente per
lui, lo capirà subito dopo.
<< Chinati, mettiti a
90. Io non ho nessuna intenzione di toccarti. Masturbati e vieni in questo
bicchiere. Non farne cadere nemmeno una goccia o sarà peggio per te!>>
gli dico con tono deciso.
<< Si Padrona, come
desidera. Perché questo bicchi…>> lo interrompo.
<< Shhh! Fai silenzio
lurida troia!>> urlo.
Con il capo chino sussurra un
“mi scusi”.
Infilo il mio plug preferito
nel suo culo, Mr. Big, mi diverto a chiamarlo. Arrivateci voi a capire il
perché.
Dopo di chè, inizio a
frustarlo.
<< Masturbati. E vedi
di fare una cosa veloce. Non farmi sprecare tempo.>>
Inizia a masturbarsi mentre
le mie frustate si fanno sempre più violente. Nel frattempo gli parlo, gli dico
quanto sia ridicolo alla sua età masturbarsi come un ragazzino liceale; gli
dico quanto poco uomo sia, che non è nient’altro che un verme e che sarà sempre
così.
Sento che sta per arrivare
all’orgasmo. Smetto di frustarlo e nel momento clou, di massimo godimento,
faccio schioccare la mia frusta sul suo culo in modo violentissimo. Urla, è un
misto di piacere ma più che altro di dolore. Continuo, sempre più forte, finchè
non finisce.
<< Sei proprio una
troia. Ti eccita così tanto essere frustato? Ti sei masturbato come una
femminuccia. Ora, vieni qui, in ginocchio davanti a me>>.
Dolorante e con il bicchiere
in mano si avvicina. Era pieno e, come gli avevo ordinato, non aveva fatto
cadere a terra nemmeno una goccia.
<< Guardami negli occhi
e BEVI>>.
Mi guarda impietrito, mi
supplica. Sa bene, però, che non uscirà da quella situazione senza aver fatto
ciò che gli ho ordinato.
E così, con quasi i conati,
ingoia tutto.
<<Brava la mia
troia>> penso.
Lo guardo e non posso far
altro che ridere. Lo guardo e mi rendo conto che non posso fare altro che usare a mio piacimento lui e la sua
mente. E la cosa mi piace.
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martedì 14 marzo 2017
Happy Birthday...
Qualche
giorno addietro è stato il compleanno del mio schiavo. Pertanto ho deciso di
raccontarvi e condividere l’esperienza passata insieme al mio schiavo quel
giorno.
- - - -
Dalle
fessure della tapparella entrava un filo di luce che era bastato per farmi
svegliare. Apro gli occhi, prendo il telefono e controllo l’ora: 9:30 leggo sul
display.
Finalmente
il giorno tanto atteso: il compleanno del mio schiavo. Erano giorni ormai che
gli organizzavo questa sorpresa ed ero ansiosa che fosse sera.
Decido di
alzarmi e sistemarmi.
Nel frattempo mi arriva un sms. E’ lui.
<<Buongiorno Padrona, stamattina quando sono
uscito di casa dormiva e non ho voluto svegliarla. Non vedo l’ora che sia
stasera per rivederla>>. Mi scrive.
<<Stasera finalmente avrai il tuo regalo di
compleanno…fossi in te sarei un po’ preoccupato, del resto, mi conosci>>.
Con questo
messaggio sapevo benissimo che gli avrei messo la pulce nell’orecchio e che per
tutto il giorno avrebbe pensato a me e si sarebbe immaginato qualsiasi tipo di
situazione, avendo anche un po’ di timore.
<<Padrona…Mi fa impazzire quando fa
così. Non vedo l’ora di tornare da Lei>>.
Con un
sorriso malizioso sulle labbra, poso il telefono e mi preparo.
La giornata
passa velocemente, tutto è pronto: poso sul tavolo la mia frusta, il paddle, il
plug, lo strap-on ed il suo collare.
Decido di
mettere delle candele qua e là, voglio che l’atmosfera sia unica.
Sistemo
anche la camera da letto. Metto le sue lenzuola preferite, nere in raso ed
anche sui comodini poso delle candele. Anche la cena è pronta.
Finalmente
arriva l’ora: indosso il mio nuovo vestito il latex (vedi ultime mie foto
pubblicate), stivali tacco 15 fino al ginocchio e l’immancabile rossetto rosso
fuoco.
Gli mando un
sms. Non voglio che mi rovini la sorpresa e quindi voglio che segua le mie
istruzioni alla lettera:
<<Tra poco sarai qui ed io voglio che tu
faccia esattamente quello che troverai scritto in questo messaggio. Ti conviene
eseguire tutti gli ordini, a meno che non vuoi essere punito anche il giorno
del tuo compleanno. Prima di tutto, appena entrerai in casa dovrai spogliarti
completamente. Ho lasciato il tuo collare sul tavolo: indossalo. Togliti
qualsiasi cosa possa rimandare alla tua condizione da uomo. Quindi togli
l’orologio e la collana. Quando avrai fatto tutto ciò, mettiti in ginocchio ed
aspettami. Non devi fare altro>>.
<<Si, Padrona, eseguirò tutto alla lettera…”
– mi risponde. Perfino da un messaggio riesco a percepire la sua tensione
ormai, del resto, come biasimarlo.
La porta si apre,
sento il rumore dei vestiti poggiarsi per terra, il collare che striscia sul
tavolo…e poi il silenzio. Ciò mi faceva capire che era pronto.
Esco dalla
camera da letto: l’ambiente che avevo ricreato era perfetto. Luce soffusa,
candele accese e tutti i miei “giocattoli” sul tavolo. Poso gli occhi su di
lui, era nudo, in ginocchio con solo il collare come gli avevo chiesto. Mi
guarda e per un attimo; gli manca il respiro.
Mi avvicino
a lui, poso un tacco sulla sua gamba, con questo movimento il mio vestitino si
alza un po’, il giusto per far intravedere il perizoma di pizzo nero che
indossavo. Lo prendo per i capelli, mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro:
<<Buon compleanno, schiavo. Sarà
indimenticabile>>.
La
situazione lo porta inevitabilmente ad avere un’erezione ed io me ne accorgo
subito.
<<Sei già così tanto eccitato? Non
abbiamo ancora iniziato a festeggiare… il meglio deve ancora venire. Presumo
allora che per la fine della serata ti scoppieranno le palle. Alzati in piedi e
mettiti con la faccia contro al muro>>.
<<Si, Padrona>>. Mi risponde imbarazzato.
Prendo
dunque la mia frusta e delicatamente inizio con le prime frustate. Lo scopo
della serata non era usare tutti i miei giochini su di lui. Quelli servivano
solo per fargli credere che la serata sarebbe stata esattamente così. Giocando,
tra me e lui…ma invece…
Dopo qualche
frustata bussano alla porta.
Sussulta,
lui è nudo, io sono vestita da Mistress e la casa non era assolutamente presentabile
ad un vicino o chiunque altro. Decisa,
vado ad aprire e lui cerca di fermarmi, ma non appena lo scanso, dal mio
sorriso e dal mio sguardo capisce bene che so cosa sto facendo.
Perché si,
la mia sorpresa per lui aveva appena bussato alla porta. Era Jack, un giovane e
affascinante uomo, conosciuto tempo prima, il quale provava grande attrazione
per me ed io per lui.
Lo faccio
accomodare, il mio schiavo è pietrificato. Forse stava iniziando a capire.
<<Servici del vino e poi prepara subito la
tavola. Oh, non te l’avevo detto? La cena è per Jack e tu ci farai da
servo>>. Gli dico in tono ammiccante.
Mi guarda,
non riesce a muovere un passo. Rimane davanti a noi nudo, inerme e senza
parole.
<<SUBITO!>> Gli ordino con fermezza.
Solo allora,
totalmente inebetito, si muove e va verso la cucina.
La cena si
svolge piacevolmente, io e Jack parliamo, scherziamo e la tensione sessuale è
incredibile.
Finita la
cena, mi dirigo verso il mio schiavo che, conoscendomi, capisce bene la mia
eccitazione: <<Non è un compleanno
fantastico? Lo so, sono una donna incredibile ma avrai tempo di ringraziarmi
più tardi. Adesso io e Jack abbiamo da fare>>.
<<Ma come, Padrona?? Cosa significa che
avete da fare? Non avrà intenzione di andarci a letto vero? La supplico,
Padrona, non mi faccia questo! Non sono pronto, la prego. Sono disposto a tutto
per Lei. La prego!>> Mi
dice con un nodo in gola e con un filo di disperazione.
<<Taci, verme che non sei altro! Questa
è la riconoscenza per un regalo simile? Non meriti nemmeno un mio piede!>>.
Gli dico
arrabbiata.
<<Mi scusi, Padrona. Ha ragione, faccia
quello che deve. Io sarò sempre qui per Lei>>.
Dopo queste
parole mi allontano per un momento e prendo le manette.
<<Mettiti in ginocchio vicino al calorifero e
dammi le mani>> gli dico. Lo lego così al calorifero che era
posizionato esattamente accanto alla porta della camera da letto.
Jack,
eccitato e trattenendosi a stento dal ridere in faccia al mio schiavo, mi
raggiunge… e la porta si chiude.
Tra di noi
scatta subito una passione travolgente, iniziano baci, ci spogliamo, ci
vogliamo.
Penso che è
il compleanno del mio schiavo e tutto ciò non è corretto…così lascio la porta
socchiusa, così che possa intravederci e sentirci meglio.
Le ore
passano tra urla di piacere e di godimento. A fine serata, Jack torna a casa ed
io libero il mio schiavo.
È sfinito,
per lui vedermi con un altro uomo, per la prima volta, è stato un colpo
duro…duro tanto quanto lo era il suo cazzo. Viveva una sorta di contrasto
interiore. Era disperato perché la sua Padrona aveva appena fatto sesso con un
altro uomo ed allo stesso tempo era eccitato da tanta perfidia. Erano mesi che
lo preparavo a questo momento. Ogni volta che accennavo al discorso si
eccitava, ma tra la fantasia e la realtà il discorso cambia.
<<Spero che questo regalo di compleanno ti sia
piaciuto, adesso, però, devi ripulirmi con quella tua inutile lingua>>.
<<Si Padrona, come desidera>>, dice con un filo di voce, desideroso di poter
avere almeno quella, seppur umiliante, forma di contatto con me.
Prendo la
sua testa e la metto tra le mie gambe. Mi lecca fino a portarmi ad un orgasmo
fortissimo.
Subito dopo
mi alzo e vado a farmi una doccia. Nel frattempo lui cambia quelle che una
volta, e forse ancora, erano le sue lenzuola preferite.
Torno a letto,
lui è nel letto con me. È eccitatissimo ed inizio a stuzzicarlo ancora di più.
Lo faccio arrivare all’orgasmo per quasi cinque volte, dopo di che, mi giro
dall’altra parte, gli rimetto la sua cintura di castità che quel giorno non
portava per motivi lavorativi, e appoggiando il mio culo sul suo uccello
ingabbiato gli dico: <<Buon
compleanno, Troia>>.
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