Mistress Afrodite: così mi
faccio chiamare. E’ un nome che sento mio. La Dea dell’amore, della lussuria e
del sesso. Niente di più azzeccato.
Passo le mie giornate su vari
siti, leggo e mi documento con voracità. Inizio a capire che il BDSM mi scorre
nelle vene, è proprio il mio mondo.
Nel contempo, continuo a
rimanere su Netlog ma sistemo la mia home page. Tutto ciò che scrivo adesso è
molto più mirato, so più cose. Le foto che pubblico sono più ricercate e so che
hanno un senso. Inutile dirlo, in pochi giorni il mio profilo si riempie di
seguaci. Dai curiosi, ai feticisti, agli “slave” e agli slave veri. Conosco
anche qualche Mistress, ci scambiamo consigli ed opinioni.
La mia casella di posta è
sempre intasata e i messaggi variano dal banale all’interessante. Alcuni mi
propongono degli incontri ma io, all’epoca, non mi sentivo assolutamente pronta.
Un conto era gestire il tutto
dietro un pc, un altro sarebbe stato incontrare schiavi e dover fare la vera
Mistress e non solo a parole. (N.B. avevo pur sempre 14 anni).
Capisco ogni giorno sempre
più che questa cosa mi piace, crea in me un turbinio di sensazioni ed emozioni
da lasciarmi senza fiato.
Passano mesi e conosco sempre
più persone ed è incredibile quanto io abbia imparato solo leggendo.
Ma la svolta, quella vera,
arriva qualche tempo dopo. Girovagando sui vari profili ce n’è uno che mi
incuriosisce particolarmente. Giacomo. Amava scrivere. Era uno schiavo,
viveva poco distante da me ed era molto più grande di me.
Faccio un passo indietro: “non
posso contattarlo. È più grande, lui fa sul serio. Si vede da come e cosa
scrive. Lui E’ uno schiavo: lo è per davvero”- penso.
Decido comunque di leggere il
suo blog, le sue storie. Alcune erano frutto della sua immaginazione, altre
erano di esperienze che aveva vissuto personalmente. Insomma, in ognuna di
queste ci si perdeva dentro.
Mi butto: gli lascio un
commento. Del resto la Padrona sono io, posso fare ciò che voglio.
..“Complimenti
per i tuoi racconti. Mi hanno davvero molto colpita. Spero di leggerne altri.
Mistress Afrodite”..
Premo invia. Il messaggio è
pubblico ed in mezzo ad altri millemila.
“Non lo leggerà mai” – penso.
Passa qualche minuto, ricevo una
notifica: controllo. Era lui. Mi ringrazia per i complimenti, mi dice che ama
scrivere. Mi chiede di me.
Capisco subito che non è come
gli altri: non mi scrive “vorrei leccarle i piedi” o “vorrei essere il suo
devoto schiavo” o (come la chiamo io, lista della spesa) “mi piace questo,
questo e quest’altro”.
So di avere a che fare con
uno schiavo autentico.
Non succede nulla per
parecchio tempo, passiamo solo ore a chattare di qualsiasi argomento. Lo volevo.
Avevo deciso che lui era quello giusto per me e decido che lui doveva essere
mio. Il mio schiavo.
Decidiamo di incontrarci. La voglia
di vederci di persona era tanta. Aveva molto da insegnarmi e io non vedevo l’ora,
finalmente, di essere me stessa con un uomo.
Vado all’appuntamento..e lui
arriva. Alto, moro, un ragazzo sicuramente piacevole alla vista. Ma ad essere
sincera, non ho fatto molto caso all’aspetto fisico. Tra di noi si era creata
una chimica che andava ben oltre. Ci presentiamo, mi chiama Mistress e io mi ci
sento al 100%.
Non succede niente tra di
noi: parliamo e basta, come sempre, come se ci conoscessimo da una vita.
Finita la giornata torno a
casa. Mille sensazioni diverse prendono il sopravvento. Però, ero felice. Ma questa
felicità dura ben poco: sparisce per qualche giorno e io non capisco il perché.
“Avrò sicuramente sbagliato
qualcosa. Lui è un uomo ed io una ragazzina. Si sarà preso gioco di me.”
Passa qualche giorno e
finalmente, mi scrive.
“Grazie per il pomeriggio passato insieme. Hai del
potenziale e te lo si legge negli occhi che il BDSM ce l’hai dentro. Diventerai
la Mistress di qualcuno molto fortunato e mi dispiace non poter essere io. Sono
troppo grande per te, quello che vogliamo fare è sbagliato ed io, in quanto
adulto, devo prenderne coscienza ed ho il dovere di troncare qui, finchè nulla
è ancora accaduto. Mi dispiace.”
Il mio cuore si ferma. All’inizio
sono delusa ma subito dopo prende il sopravvento la rabbia.
Sei uno stronzo – penso.
Gli scrivo un messaggio pieno
di rabbia.
“Sono giovane e ne posso trovare quanti ne voglio. Lo vedi dal mio
profilo che sono piena di schiavi. Non ho di certo bisogno di uno vecchio come
te. Sparisci e non farti più sentire.”
No, non mi sono sentita
meglio dopo aver scritto questo messaggio, anzi. Speravo in una sua reazione
ma..niente. Ero abituata ad avere a che fare con “schiavi”, o almeno, così si
definivano, che dicevano sempre si e facevano tutto quello che volevo
(ovviamente virtualmente). L’essere “rifiutata” non faceva parte del mio mondo.
I giorni passano, Giacomo è
sparito e io, piano piano, mollo.
Conosco un ragazzo, ci
innamoriamo. Lui non sa nulla del mio profilo e di questa mia inclinazione. Viviamo
una relazione di tre anni. Io cancello il mio profilo. Decido di essere una
persona “normale”. Il BDSM per me muore insieme a Giacomo.
…continua
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