Questo post non sarà un vero
e proprio racconto, o meglio, lo sarà in parte.
Vi racconterò come IO
affronto la sessualità del mio schiavo: castità, orgasmi e via dicendo.
Parto dicendo che, da sadica
quale sono, non amo fare avere orgasmi al mio schiavo e, quando proprio è
necessario, mi invento ogni volta un modo diverso per non fargli provare così
tanto godimento.
Il mio schiavo vive con la
cintura di castità praticamente sempre, eccetto casi particolari (es. motivi
lavorativi), dove gli è permesso non indossarla.
Mi ha sempre affascinata la
castità, riesce veramente a piegare qualsiasi uomo, li rende deboli,
vulnerabili…e disposti a tutto.
Come detto prima, non amo far
avere orgasmi al mio schiavo ma per ovvi motivi, mi trovo ogni tot mesi
(dipende da quanto se lo sia meritato) a dover “provvedere”, non
necessariamente io fisicamente.
Sottolineo il fatto che,
vivendo insieme, mi diverto ogni giorno a torturarlo e portarlo sempre al
limite… Dunque, vi renderete ben conto in che stato arrivi solo dopo qualche
giorno di astinenza.
Negli anni ho inventato più e
più situazioni per portarlo all’orgasmo ma non farlo praticamente godere.
Non starò a farvi l’elenco
delle pratiche che ho adottato… Piuttosto, vi racconto una
situazione avvenuta di recente:
-
Ero seduta sul divano a
guardare la televisione, una normale serata settimanale.
Il mio schiavo, nel
frattempo, come gli avevo ordinato poco prima, si stava occupando di sistemare
e ripulire la cucina. Era nudo, con la cintura di castità addosso ed un
grembiule. Lo guardavo, mentre si muoveva e sul suo culo c’erano ancora i segni
delle frustate del weekend precedente.
Ogni volta che si sedeva,
faceva una smorfia di dolore che non poteva che riportarmi alla mente il fine
settimana appena passato…ma questa è un’altra storia.
Finisce di sistemare e viene
verso di me.
Gli faccio segno con un dito
di avvicinarsi, lo faccio sedere sul divano. Mi sfilo i pantaloni e mi metto
sopra di lui.
Inizio a muovermi e sento la
sua erezione premere contro di me. Mi avvicino al suo orecchio e inizio a
sussurrare:
<< In questi due mesi
ti ho messo a dura prova, non è vero? Lo sai quanto mi piace torturarti e so
quanto ti piace ogni volta essere portato al limite. Non ce la fai più, lo sento
da quanto le tue palle sono grosse. Non vedi l’ora di venire e penso che sia
arrivato il momento di farti godere un po’>>.
<< Oh si, Padrona, la
prego. Non ce la faccio più>> mi risponde.
<< Beh, del resto te lo
meriti>> gli dico mordendogli delicatamente le labbra.
Sento che mi vuole, vorrebbe
baciarmi ed avermi. Mi stringe, il suo respiro si fa sempre più affannoso. La
sua erezione è ormai incontenibile e decido così di toglierli la cintura di
castità.
Illuso, poverino, credeva di
ricevere chissà quale premio. Probabilmente pensava di essere usato quella
sera…ma si sbagliava.
Mi alzo e lui << no
Padrona, non vada via, la prego. Rimanga qui. Voglio averla vicino, torni qui
da me>> mi supplica.
<< Alzati! Non sto
andando da nessuna parte. Voglio solo farti avere un buon orgasmo>> dico
ridendo.
Dalla sua faccia aveva capito
che, come al solito, di godimento ci sarebbe stato ben poco, se non solo l’atto
pratico del “venire”.
Prendo un bicchiere e la mia
frusta. E’ stranito, non capisce quale sia il mio fine…ma, sfortunatamente per
lui, lo capirà subito dopo.
<< Chinati, mettiti a
90. Io non ho nessuna intenzione di toccarti. Masturbati e vieni in questo
bicchiere. Non farne cadere nemmeno una goccia o sarà peggio per te!>>
gli dico con tono deciso.
<< Si Padrona, come
desidera. Perché questo bicchi…>> lo interrompo.
<< Shhh! Fai silenzio
lurida troia!>> urlo.
Con il capo chino sussurra un
“mi scusi”.
Infilo il mio plug preferito
nel suo culo, Mr. Big, mi diverto a chiamarlo. Arrivateci voi a capire il
perché.
Dopo di chè, inizio a
frustarlo.
<< Masturbati. E vedi
di fare una cosa veloce. Non farmi sprecare tempo.>>
Inizia a masturbarsi mentre
le mie frustate si fanno sempre più violente. Nel frattempo gli parlo, gli dico
quanto sia ridicolo alla sua età masturbarsi come un ragazzino liceale; gli
dico quanto poco uomo sia, che non è nient’altro che un verme e che sarà sempre
così.
Sento che sta per arrivare
all’orgasmo. Smetto di frustarlo e nel momento clou, di massimo godimento,
faccio schioccare la mia frusta sul suo culo in modo violentissimo. Urla, è un
misto di piacere ma più che altro di dolore. Continuo, sempre più forte, finchè
non finisce.
<< Sei proprio una
troia. Ti eccita così tanto essere frustato? Ti sei masturbato come una
femminuccia. Ora, vieni qui, in ginocchio davanti a me>>.
Dolorante e con il bicchiere
in mano si avvicina. Era pieno e, come gli avevo ordinato, non aveva fatto
cadere a terra nemmeno una goccia.
<< Guardami negli occhi
e BEVI>>.
Mi guarda impietrito, mi
supplica. Sa bene, però, che non uscirà da quella situazione senza aver fatto
ciò che gli ho ordinato.
E così, con quasi i conati,
ingoia tutto.
<<Brava la mia
troia>> penso.
Lo guardo e non posso far
altro che ridere. Lo guardo e mi rendo conto che non posso fare altro che usare a mio piacimento lui e la sua
mente. E la cosa mi piace.
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